





Paternopoli, Terra del vino, ulivi, del “broccolo apriliatico” e……… del Carnevale.
Ogni anno in occasione del Carnevale si tiene una caratteristica sfilata di carri a cui viene assegnata una tematica specifica, che attira visitatori da ogni dove… Terra ricca di tradizioni secolari.
E’ a Paternopoli, cuore dell’Irpinia, che si estende nel suo splendore l’Azienda vitivinicola Santoto Eliseo. La Tenuta ha un’esposizione ideale e con ottime condizioni climatiche, favorite da forti escursioni termiche che donano vini di ottima qualità. Una storia di resilienza, che caratterizza con una forte impronta sia i vini bianchi che i rossi prodotti. Vini di spiccata “personalità”, che rispecchiano la forza di volontà di Eliseo e sua moglie Ivana.
La storia di Eliseo ha le radici nel lontano 1933, quando Il bisnonno Angelo Michele Santoro venne a mancare a soli 33 anni, poiché nel pigiare l’uva con i piedi durante la vendemmia, come si usava all’epoca, contrasse una bronchite che lo portò alla morte.
All’epoca il nonno, Antonio Santoro, solo undicenne e primogenito di 6 fratelli, insieme a sua madre ormai vedova, si ritrovarono a dover prendere in gestione l’Azienda e a pagare i debiti già contratti per pagare i terreni comprati precedentemente dal defunto bisnonno di Eliseo.
Riuscirono a risanarli vendendo il vino ad alcune cantine di Taurasi che lo esportavano a loro volta al nord Italia ed in Europa, in quanto i vigneti erano stati distrutti dalla Fillossera, che mise in ginocchio anche la Campania, sterminandoli quasi del tutto.
Nonno Antonio non si perse d’animo, e nel giro di pochi anni reimpiantò con barbatelle selvatiche importate dagli Stati Uniti, resistenti alla malattia, innestandole successivamente con le varietà di Aglianico e Coda di Volpe. Prese moglie e con il suo prezioso contributo continuò a produrre e vendere vino fino al 1970, anno in cui cominciò ad accrescere la richiesta di uva da parte della famiglia Mastroberardino di Atripalda, cosa che comportò variazioni nell’organizzazione commerciale aziendale.
Nel ’72 subentra il padre di Eliseo, Michele Santoro che dopo il matrimonio nel ’76 prende le redini dell’azienda e la cura con il supporto della moglie Immacolata, che avrà un ruolo principale. Nascono Eliseo ed il fratello e la madre li porta già in tenera età nei vigneti ed uliveti, trasmettendo loro passione e amore per l’agricoltura, tanto che nel 2000 nonno e padre decidono di trasferirgli la proprietà.
Nel 2001 Eliseo si sposa e con la moglie Ivana entra nel vivo della gestione. Con il supporto dei suoi genitori comincia a reimpiantare i vigneti ereditati conservando le varietà autoctone, quali Aglianico di Taurasi e Coda di volpe inserendo alla fine, nel 2019 la Falanghina. Acquista nuovi terreni, rinnovando anche il parco macchine.
Matura la consapevolezza di avere responsabilità nel trattamento del territorio e delle colture presenti. Desiderando custodirlo al meglio inizia una coltivazione in regime Biologico dal 2021, come da attestazione in suo possesso e rilasciata a seguito di verifiche ed analisi effettuate dagli Uffici competenti, e corona il suo sogno con l’apertura di una cantina, sempre supportato da Ivana.
Le proiezioni per il futuro non lontano sono quelle di produrre vino ed olio biologico migliorando e valorizzando i prodotti e la visibilità del territorio irpino.
Per finire un cenno a ciò che ha ispirato la nascita del Logo molto delicato e raffinato:
–relazione Uva – calice (riduzione tempi lavorazione e interventi manuali) al fine di ottenere un prodotto naturale in tempi brevi e minimizzando l’intervento dell’uomo;
–Fusione uva – calice – con le iniziali di Ivana e Eliseo – E – S / I – C
L’insieme degli elementi si armonizza in un disegno tondeggiante che rimanda alle ceste colme di uva portate in testa dalle donne quando, con canti di gioia, le recavano verso la pigiatura finale. I colori rispecchiano la materia prima, ovvero le antocianine naturali.
Si percepisce, per finire, il passaggio migliorativo dalla tradizione del lavoro manuale con cura nei campi portato avanti anticamente dai nonni, alle pratiche più innovative introdotte dalla nuova generazione.
Che dire! Auguriamo alla @vitivinicolasantoroeliseo che i vini vengano apprezzati per le ottime caratteristiche. E’ tempo di raccogliere i meritati frutti dopo tanto lavoro e dedizione.